Imperatrice Lo sguardo del tipo che mi squadra Tubino nero Tacco Tavolo che guarda al tramonto Tagliolini alle vongole Contatto il mio piacere Voglia di dolce La crème brûlée E la mezza bottiglia di vino provenzale Costata troppo cara Ma madame, non ha visto la lista? Sorrido La coppia di anziani col cane alla mia sinistra sodalizza. Metto in conto la luna rossa e il mare, che posso quasi toccare Ultima sera Senza nostalgia Mordo la vita
La luna è quasi piena Le nubi nascondono le stelle È la notte prima di San Lorenzo A Menton
Ci sarà pure qualche stella impaziente di cadere per i desideri che hanno più urgenza Ma le stelle cadenti non si possono vedere stasera Neanche in spiaggia Lontano dalle luci Lontano dal festival d’agosto Così uguale in tutte le città di mare
Il gin tonic non è niente di speciale Forse non ho scelto il posto giusto Ma è sul lungomare E non sottolinea la mancanza di compagnia La scritta Casino brilla davanti a me Chissà chi si agita stanotte in cerca di fortuna.
Io sto sul confine della mia pelle e osservo le sfumature Colgo intuizioni Nuove storie da raccontare Immagini dal futuro Aspetto che la luna riveli qualcosa di importante Qualcosa di vero Stanotte è lei la mia curandera.
Vento fresco stamattina, preludio di fine estate, farò fatica ad abbandonare la stagione più vitale.
Sì, lo ammetto, resisterò. Cercherò di ritardare il cambio armadio e l’avvento del piumone, di scansare i collant nel cassetto della biancheria assieme alla maglia della salute. Aspetterò proprio la fine per raccogliere il basilico e preparare l’ultimo pesto, quello che mi porterà sentimentalmente indietro ancora di qualche giorno, là dove affonderò le unghie, anche solo per un istante.
Non rinuncerò così facilmente e con leggerezza alle luce che inonda l’appartamento e ai momenti vacui e languidi sprofondata sul divano, in attesa di una brezza serale che ripaghi di tutte le gocce di sudore versate. Così, sarò sicuramente inversa e intrattabile per qualche tempo.
Fino al ventidue settembre permettetemi ancora di desiderare una doccia fresca, un amore estivo, un ballo sotto il pergolato che risplende di luci colorate, una cena davanti al mare, i sapori del mediterraneo sulla tavola e una scusa per non fare niente.
Poi lascerò che accada l’autunno con la sua esplosione di colori, con le camminate sulle foglie secche crepitanti e odorose, con la dolce zucca, le calde zuppe e la voglia di nido.
Il passaggio dal fuoco al focolare non sarà indolore, troverò chi mi consoli.
Dilato gli spazi per segnare una differenza con il resto dei giorni.
Farò due passi in più con Leone e in un certo punto gli toglierò il guinzaglio, così sarà bello vederlo apparire e scomparire tra l’erba alta.
Farò le pulizie di casa senza guardare l’orologio, prendendomi tutte le pause necessarie. Forse non avrò bisogno di fare la spesa.
Starò un po’ ritirata dal vivere sociale, dalle suggestioni del mondo festaiolo: sul divano ci sono i libri nuovi, e questo già mi eccita… da dove cominciare?
Con molta calma, verso sera preparerò una cena senza complicazioni, che già lavare l’insalata mi sembra un obiettivo alto.
Mi potrò permettere la sveglia alle quattro del mattino per salutare un figlio che parte con gli amici, senza più riuscire poi veramente a riaddormentarmi.
Camminerò nei boschi un po’ assonnata, tanto poi ci sarà modo di schiacciare un pisolino più il là, nel pomeriggio, invece il mattino ha sempre l’oro in bocca.
Pranzerò da sola con gli avanzi di ieri, senza pretendere nulla dalla domenica, neanche un dolcetto o un calice di vino.
Avrò voglia di continuare a leggere per fare finta resistere sveglia, finché arresa mi trascinerò nel letto dove avrò sapientemente creato la giusta corrente d’aria per sognare senza sudare.
Mi sveglierò con la bocca impastata e avrò la scusa per bere un altro caffè per poi essere in pace col mondo.
Mi ritaglierò fino a sera un angolo di autunno in cui fare compagnia alla mia anima.