La luna è quasi piena Le nubi nascondono le stelle È la notte prima di San Lorenzo A Menton
Ci sarà pure qualche stella impaziente di cadere per i desideri che hanno più urgenza Ma le stelle cadenti non si possono vedere stasera Neanche in spiaggia Lontano dalle luci Lontano dal festival d’agosto Così uguale in tutte le città di mare
Il gin tonic non è niente di speciale Forse non ho scelto il posto giusto Ma è sul lungomare E non sottolinea la mancanza di compagnia La scritta Casino brilla davanti a me Chissà chi si agita stanotte in cerca di fortuna.
Io sto sul confine della mia pelle e osservo le sfumature Colgo intuizioni Nuove storie da raccontare Immagini dal futuro Aspetto che la luna riveli qualcosa di importante Qualcosa di vero Stanotte è lei la mia curandera.
Il freddo di dicembre è arrivato, non lo sento, lo immagino al di là del vetro. Così inospitale, invita al silenzio e all’ascolto. Sotto il guscio del piumone mi attardo e tutto ciò che devo rimane sospeso, ancora per un po’. Lamentele, vittimismo, il mio ego stanco… affondo tutto il peso delle faccende sul materasso e poso ogni affanno nell’Athanor del Cuore dove nuova linfa si genera, per le pene che verranno, per le gioie che verranno, per il fare e il camminare.
E tutto sommato penso che sia meglio rimanere umani e dire grazie tante volte ed essere gentili. In tutto questo che è il mio tempo e che è vivere così, in equilibrio nel disequilibrio, tra cielo e terra.
A questo punto, dimorare in me stessa è tutto ciò a cui anelo e oggi faccio pulizie per le feste e pacchi regalo di robe vecchie, destinati a chi li può accogliere senza dispiacersene.
Perciò è a voi Dei tutti e voi tutti miei Avi che dono il mio solito e noioso gran daffare per un pomeriggio alle terme, un massaggio, un paio d’ore vista mare, per un amore anche piccolo da incontrare.
Vi dono tutte le mie residue resistenze e le tensioni della mandibola per farmi bella per la vita.
Vi dono tutte le promesse non mantenute, tutti i buoni propositi disattesi, tutti i voti pronunciati e tutti gli ordini e i consigli giusti che do a me stessa e qualche volta anche agli altri, per farne una pernacchia, una barzelletta, una sonora risata alchemica.
Vi dono tutto il mio controllo e tutto il mio autocontrollo e tutta la mia esigenza di qualcosa di certo per la gioia dell’azione in sé e per sé, per la pura gioia dell’essere, per una bussola che indichi sempre verità, bontà e bellezza.
E vi ringrazio per questo tempo buio, acqueo, uterino, pronto ad accogliere il seme nuovo del Natale che giunge, ancora e sempre, a ricordarci qualcosa di noi che abbiamo perduto.