Radici, confini e nuove geografie.

Viaggiare è anche riaccendere i desideri di viaggio. Finché rimani a casa tua non puoi sapere cosa ti perdi. Magari sai benissimo di cosa ne hai fin troppo, ma è anche vero che è quasi sempre meglio di niente. E ad andare corri il rischio di accorgerti degli auto-inganni.

Ma a parte questo, se c’è una cosa che accende i desideri è la vista. E quando sei fuori dai tuoi confini abituali gli occhi sono molto attivi, lo sguardo cerca senza sosta di catturare più immagini possibili dell’ambiente circostante. Tutto si mostra come ad uno sguardo vergine, uno sguardo in cerca del nuovo e del bello e di una nuova idea del bello, che altri, in quel luogo particolare che non è il tuo, che non è quello a cui sei abituato, hanno saputo inventare.

E così ti rendi conto che il tuo mondo è solo un piccolo mondo, una piccolissima parte del tutto. E che la cultura si forma nel rispondere alle sfide che ti pone l’ambiente in cui vivi e che le risposte a sfide uguali possono essere anche molto diverse fra loro, perché l’uomo ha parecchia fantasia. E così puoi desiderare cose a cui non avevi ancora pensato mentre nuove geografie si manifestano davanti a te.

Se hai vere radici e ti senti in armonia con il tuo ambiente allora puoi apprezzare anche gli altri mondi, perché sai che lì ci saranno persone con diverse abitudini ma con un ugual sentire verso la propria terra. E potrai rispettarlo. E non avrai paura che qualcun altro possa invadere i tuoi confini e ti faccia perdere la tua identità. E sarai aperto all’incontro e allo scambio. Sbandierare radici come riempimento di un vuoto identitario porta spesso ad un senso di superiorità verso l’altro. Negare le proprie radici o banalizzarle porta spesso ad omologarsi nell’anonimato delle catene dei negozi ovunque uguali e senza anima.

E allora evviva i viaggi con gli occhi spalancati e il cuore disponibile ad accogliere la varietà della vita in tutte le sue espressioni e in tutte le sue motivazioni. Evviva i viaggi che ti fanno venire la voglia di andarci ancora, di tanto in tanto, lontano da casa. Per attivare nuove sinapsi e nuovi legami sentimentali, nuove domande e nuove versioni di te stesso che potresti meravigliarti di scoprire. E se ci pensi bene sarebbe bello andare incontro all’altro con la curiosità e l’entusiasmo del viaggio, alla scoperta della sua geografia, della sua storia, del suo sapore, del suo odore, dei suoi colori e dei suoi suoni. Non ti deve piacere necessariamente o totalmente, ma puoi apprezzarne le sue ragioni e le sue visioni.

E quindi un viaggio tira l’altro e a volte viaggi senza andare lontano perché vedi le cose con occhi nuovi e altre volte il viaggio è un desiderio che prende forma e che ti spinge al confine per vedere se c’è qualcosa di buono per te che si fa mentre diventi viaggiatore.

Buon viaggio.

Blog Spot

Evviva la promo!!!!

Per donne inquiete, per uomini coraggiosi… Per tutti noi esseri meravigliosi, unici e poderosi.

Dopo

Dopo tutti gli anni, le stagioni, i primi capelli bianchi

Dopo i traumi, le ferite, i passaggi, le trasformazioni

Dopo i tentativi, le crisi, i dubbi, i pantani, le difficoltà

Dopo la precarietà, la rabbia, le risate, le cose belle e le cose brutte

Dopo molte persone, i maestri, gli incontri, gli addii,

Dopo situazioni scomode, qualche entusiasmo, molte illusioni e molte disillusioni

Dopo aspettative, successi, insuccessi, conflitti

Dopo tutto

Si comincia a vivere

Nell’amore

Nella fiducia

Nel potere

Nella bellezza

Nella completezza

Nella gratitudine

Dando ordini agli dèi.

I segreti del Teatro

Sicura dei mio valore cammino con in capo una corona d’oro.

Cambia il portamento, sono già più alta, più dritta, più sinuosa.

La gente per la via è in subbuglio.

Chi cede il passo, chi guarda con ammirazione, chi con invidia, chi con domande che rimangono sulla punta della lingua.

Di certo, incontrare una regina non è roba da tutti i giorni e un po’ di agitazione è normale.

E io vorrei dire che, a ben guardare, sopra la mia testa non c’è niente di speciale.

E io vorrei dire che

basterebbe conoscere i segreti del teatro per smettere di vivere tentando

e incominciare a seguire invece

il copione immenso

della propria meravigliosa unicità.

Corpi Animati

Metti una musica che ti piace e balli con un altro e con un’altra e accadono cose inaspettate. E’ l’esperienza corporea del Tangoolistico. L’importanza del primo avvicinamento, del primo tocco, del primo abbraccio. Avvicinarti con rispetto e dolcezza all’altro. sentire fin dove può aprire e accogliere. Donare attenzione, trattare l’altro come nessuno lo tratta mai o lo tratta più. Evocare la nostalgia del primo accudimento e suscitare il desiderio di abbandono. Rivitalizzare il corpo prima di tutto attraverso i sensi, pelle a pelle, cuore a cuore, respiro a respiro. Scoprire il corpo che resiste al vibrare, al fremere, al bramare. Quante poche possibilità dai al piacere. Poi emozionarti, commuoverti, magari piangere perché scopri quanto ne hai bisogno, di sostare, quanto ti sforzi invece di tenere duro, di trattenere, di controllare, temendo forse di perderti e di non sopravvivere all’esperienza.

Metti una sera in compagnia di qualcuno che ti piace davvero, che ti fa sentire a casa. Che bisogno hai di stare in guardia? Che bisogno hai di tenere un certo atteggiamento? In fondo è semplice. Scoprirsi senza fretta, concedersi dolcemente, dare con generosità e ricevere con gioia. Nutrirsi del contatto. Sentire di stare bene, dimenticare la prestazione. Entrare in un ambiente sacro dove niente viene preteso. I corpi rattrappiti e rinchiusi negli ambiti della decenza, della distanza, della buona educazione e delle convenzioni socialmente accettate si fanno involucri infuocati e così tanto vivi che è meglio che non si mostrino al mondo per non turbarne la quiete. Solo dove c’è Eros però, la pornografia è altra cosa e infatti impera. Ma tu vuoi comunicare la tua verità, o almeno provarci.

Metti un mattino appena sveglio, sul tappetino bello dello Yoga. L’esperienza della sosta, della presenza, del rispetto di sé perché tu fai sempre e solo ciò che puoi, senza procurarti fastidio. L’esperienza della ricerca dell’equilibrio nel disequilibrio, del saper restare anche in una posizione scomoda. Fare tutto il possibile per raggiungere una figura e poi mollare tutto ciò che non serve allo scopo. Scoprire quante forme può assumere il tuo corpo, sentire le aperture, le torsioni, gli slanci, gli inchini. Sentire formicolii come riattivazione e scorrimento di energia, sentire che sei vivo perché respiri e il cuore ti batte nel petto. E senti che lavori anche a livello simbolico e spirituale e che stai dando cibo anche all’anima. E ringrazi tutte le tue cellule e la perfezione del momento.

Tutto ciò che concorre a partire dal corpo a rivitalizzarti e a ricordarti di esserci e di essere vibrazione pura dovrebbe essere ricercato e benvenuto. Ma non è così scontato perché il più delle volte non sai che fartene di tanta vitalità, una volta scoperta, ed è meglio che rimani mezzo depresso, un po’ sottotono e magari anche un po’ triste, che non sbagli mai. Con tutto quello che succede nel mondo, sia mai che ti prendano per matto ad esprimere un po’ di gioia a sproposito.

E se non hai mai iniziato, stai dove sei, perché se poi dovessi scoprire di poter essere diversamente vivo difficilmente potresti tornare indietro e stati di malessere da confort zone sarebbero frequenti e terribilmente disturbanti.

Corpi inanimati avvisati, mezzi salvati…

Anniversario su tela.

Il 25 aprile del 2018 inauguravo questo blog con il mio personale omaggio alla libertà, nel giorno solenne della Festa Nazionale della Liberazione. Oggi, quindi, tecnicamente, il blog compie quattro anni. Non so dire se la creatura è cresciuta, ci sono cose che mi piacciono molto ancora, altre un po’ meno. In alcuni scritti continuo a riconoscermi, in altri faccio più fatica. Però certo esprimono tutti un mia verità, un tentativo di raccontare la Vita attraverso il mio personale sguardo del momento in cui scrivo.

Scrivo per il piacere di farlo, e anche perché non posso farne a meno. Se poi qualcuno come davanti ad uno specchio ritrova qualcosa di sé in ciò che legge, beh, ne sono felice, anzi doppiamente felice perché oltre all’ego esulta anche il cuore che ha bisogno di un tu a cui aprirsi.

Perciò oggi, nell’augurare buon compleanno a questa avventura letteraria, ringrazio anche tutte le donne e tutti gli uomini che lungo la via hanno speso qualche minuto della loro preziosa attenzione a leggermi e talvolta anche a darmi un riscontro.

Non è scontato avere dei lettori. La cosa più preziosa è sapere che ad un livello sottile c’è uno scambio e che si creano delle connessioni fra pensieri, emozioni, sensazioni e vissuti diversi. Quindi grazie veramente, grazie di cuore ad ognuno. Grazie a WordPress e a Instagram e a Facebook che diffondono il verbo, grazie a questa tastiera che sto pigiando con le dita e che per magia compone parole su questo schermo bianco.

Bianco come il colore della tela della vita sulla quale ogni giorno lasciamo per lo più inconsapevolmente un segno, un colore, una forma, un’impronta o uno sfregio.

Le parole sono la mia impronta. Ogni tanto faccio un passo indietro e provo a guardare la tela tutta intera e so che è solo mia, che non ce n’è un’altra uguale e che così vale per tutti. Ed è anche per questo che ogni vita vale un racconto.

Quindi buon compleanno blog e in alto i calici per brindare a tutte le tele che vanno colorandosi, a chi rimane umano, ai cuori senza scudo, all’aria buona da respirare, ai sorrisi intimi fra sé e sé e a tutti noi che siamo liberi, a tutti noi che siamo belli.

Anzi, belli ciao.

D’un tratto, a Milano.

Dieci chilometri , quindicimila passi, oggi Milano è stata mia ed io sono stata sua. Ci siamo specchiate, annusate, corteggiate. Ognuna ha recitato la sua parte.

Il respiro dei palazzi, il dico e non dico dei portinai, la borghesa altezzosa al guinzaglio del cane. I cortili che non ti aspetti, gli angoli fioriti, i dettagli di lusso di un androne, la visione periferica delle cose che puoi permetterti mentre cammini. A volte guardi all’insù, persino.

E poi le vie del centro centro, quelle strette, eleganti, con le botteghe vere al posto delle catene e dei grandi marchi dei non luoghi tutti uguali. Persone laboriose, in movimento, in ritardo. Qualcuna visibilmente impegnata ad apparire, mentre quelle che contano davvero non appaiono mai.

Ed io mettevo un piede avanti all’altro con andatura da guerriera, a caccia di opportunità, decidendo di sorridere tra me e me. Finché, d’un tratto, sotto un sole di quasi primavera, ho sentito cos’è in pratica la resa attiva e perché lo yoga serve alla vita e perché serve l’arte e un tango e anche pregare. E mi sembrava di essere molto più ricca e di sapere solo io il segreto della vita e di trasmettere una luce, come fossi una regina.

L’eternità si vive nel presente, non è di là del tempo. La perfezione di un attimo esiste, è cosa esperienziale, è  gioia esistenziale. Ed è bello che accada così, che arrivi da altri mondi all’improvviso, a darti l’entusiasmo, magari proprio come oggi, nel cuore di Milano, in mezzo a tanti indaffarati e ombrosi sconosciuti.

E non so se qualcuno si è accorto, d’un tratto, di un’aliena per la via, in giro a lavorare, che camminava col sorriso.

Avvento

Presto al mattino oggi tutto riposa.

Il freddo di dicembre è arrivato, non lo sento, lo immagino al di là del vetro. Così inospitale, invita al silenzio e all’ascolto. Sotto il guscio del piumone mi attardo e tutto ciò che devo rimane sospeso, ancora per un po’. Lamentele, vittimismo, il mio ego stanco… affondo tutto il peso delle faccende sul materasso e poso ogni affanno nell’Athanor del Cuore dove nuova linfa si genera, per le pene che verranno, per le gioie che verranno, per il fare e il camminare.

E tutto sommato penso che sia meglio rimanere umani e dire grazie tante volte ed essere gentili. In tutto questo che è il mio tempo e che è vivere così, in equilibrio nel disequilibrio, tra cielo e terra.

A questo punto, dimorare in me stessa è tutto ciò a cui anelo e oggi faccio pulizie per le feste e pacchi regalo di robe vecchie, destinati a chi li può accogliere senza dispiacersene.

Perciò è a voi Dei tutti e voi tutti miei Avi che dono il mio solito e noioso gran daffare per un pomeriggio alle terme, un massaggio, un paio d’ore vista mare, per un amore anche piccolo da incontrare.

Vi dono tutte le mie residue resistenze e le tensioni della mandibola per farmi bella per la vita.

Vi dono tutte le promesse non mantenute, tutti i buoni propositi disattesi, tutti i voti pronunciati e tutti gli ordini e i consigli giusti che do a me stessa e qualche volta anche agli altri, per farne una pernacchia, una barzelletta, una sonora risata alchemica.

Vi dono tutto il mio controllo e tutto il mio autocontrollo e tutta la mia esigenza di qualcosa di certo per la gioia dell’azione in sé e per sé, per la pura gioia dell’essere, per una bussola che indichi sempre verità, bontà e bellezza.

E vi ringrazio per questo tempo buio, acqueo, uterino, pronto ad accogliere il seme nuovo del Natale che giunge, ancora e sempre, a ricordarci qualcosa di noi che abbiamo perduto.

Un altro pass

Esiste un pass semplice e poco costoso pur essendo, per la sua rarità attuale, un bene di lusso.

Con quello che oggi fa più tendenza ha in comune qualcosa, ahimè. Fortunatamente sono solo due lettere, una piccola minoranza che poco conta, si sa.

Ma a parte questa iniziale assonanza è molto più cool e smart e rilascia all’istante uno stato di benessere che neanche tutta big pharma e gli occhi di Speranza.

È molto versatile, lo si può usare al passato, al presente e al futuro e si intona con tutto, mentre il verde, ad esempio, col rosso è un po’ un pugno negli occhi anche per i meno delicati.

Un altro vantaggio è che non c’è bisogno di una app su cell o di un pezz di cart che magar ti scord a cas.

A differenza del più noto però, che si sa non fa danni, può avere importanti effetti collaterali sull’ambiente circostante, qualcuno sostiene abbia effetti addirittura sul proprio sistema psicofisico e su tutta la struttura dell’universo. In effetti, i più audaci lo assimilano ad una delle più alte forme di preghiera.

Può provocare catastrofi come grandi aperture di cuore, sorrisi dentro e fuori, commozione, gioia, benevolenza, benedicenza, collaborazione, forse anche solidarietà. Può portare ad un abbraccio spontaneo o ad una stretta di mano, pratiche vetuste e aborrite da tempo, ora appannaggio solo di una ristretta cerchia di eretici.

Nonostante ciò, o forse a maggior ragione, il consiglio è di usarlo a più non posso. Infatti, esso apre tutte le porte, in particolare quelle del cuore, e permette ad esempio:

  • di iniziare un nuovo giorno con fiducia verso l’ignoto
  • di favorire il verificarsi di situazioni in cui debba necessariamente essere utilizzato ancora, e questo è un bene di per sé, una contagiosità buona, in fondo
  • di esercitare uno sguardo di meraviglia sul mondo
  • di sentire che non sei solo, spiriti, umani, animali, vegetali, minerali, tutto collabora con te quando lo usi
  • di spiazzare i nemici, gli antipatici, gli stizzosi, gli scontrosi, i rigidi, aprendo piccole brecce nei loro animi rattrappiti.

I benefici non si possono certo riassumere in poche righe, ognuno aggiunga in base all’esperienza che ne fa e ne farà.

Come ultima cosa mi preme dire il suo nome, cosicché il mistero sia svelato anche ai meno esoterici e il suo utilizzo diventi più virale dello smalto per unghie da uomo di Fedez (anche se a ben vedere ci vuole poco).

Solo una parola, vero lasciapassare dell’abbondanza, e questa parola è: GRAZIE.

Creare istanti di silenzio

Fare caso ai pensieri improduttivi e premere il tasto stop.

Resistere alla tentazione dell’ennesimo scorrimento dei post sul cell

Mettersi in pausa ogni tanto durante una conversazione e stare ad osservare fluttuanti

Usare i tempi di attesa per attendere inoperosi

Fermarsi ad ammirare qualcosa di bello finché non se ne ha abbastanza

Non esprimere necessariamente un’opinione

Entrare in spazi sacri dentro e fuori di sé

Pregustare intimamente un piacere grande

Indugiare per un istante negli occhi di un passante

Sospendere giudizi, lamentele, critiche e buoni consigli, anche solo detti fra sé e sé, anche solo autoriferiti

Prendersi ogni tanto una vacanza dalle notizie dal mondo

Contattare la propria verità e vedere l’effetto che fa

Sentire i piedi che appoggiano sulla terra e il peso della gravità

Sentire la presenza dello spirito in ogni manifestazione della materia

Sentire di essere vivi, cioè non saperlo e basta, non presupporlo, ma sentirlo proprio

Accarezzare qualcuno, anche un cane, anche un gatto, senza dire nulla

Fare un respiro grande e vedere cosa cambia

Percepire tutti i propri sistemi vitali magistralmente in azione

Ascoltare il proprio unico e inconfondibile ritmo

Accorgersi.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: