Apprendista vivaista

Bella domenica di pioggia, al netto di brutte notizie arrivate or ora.

Il ragù è sul fuoco per un pranzo di festa in famiglia e sta terminando il suo lavoro la lavatrice.

Il seme di avocado è stato interrato con amore, seppure un poco maldestramente. Il toscano del vivaio mi aveva detto che era ora, ma di stare attenta a non spezzare le radici nel passaggio dall’acqua alla terra. Così, ho fatto come mi ha detto lui e per la sua gentilezza l’ho nominato dio protettore del mio germoglio.

Accendo l’incenso, finalmente srotolo il tappetino, la lezione di Yoga di Laura entra nel mio soggiorno attraverso lo schermo del mio pc. Un’ora di pace, uno spazio sacro e inviolabile. Nel mezzo della danza incessante tra passato e futuro, respiro nel presente.

Mi collego alla fonte, anche solo per qualche attimo, prima del cambio di frequenza inesorabile al quale mi adeguerò fra poche ore.

Pongo l’intento di vivere accesa come mia guida. Pongo il giusto contesto come necessità. Accendo la telecamera sul mio muovermi e sulle mie parole, mi ispiro e ispiro il mondo da sorella maggiore, mi osservo grata nelle mie mutazioni. Colgo ciò che pronto per me nel momento perfetto di adesso.

Grata, voglio vivere nel flusso, attraversare giornate dissonanti senza patemi, accarezzare le mie resistenze, usare le mie inquietudini per camminare più lontano. Co-creando la mia vita assieme al meglio di me, faccio sempre quello che posso. Questo è un tempo di accadimenti.

Ripongo il tappetino. La lavatrice si è fermata, inforno le lasagne. La danza ricomincia.

Seppure un poco maldestramente, il seme di avocado è stato interrato con amore.

Creare istanti di silenzio

Fare caso ai pensieri improduttivi e premere il tasto stop.

Resistere alla tentazione dell’ennesimo scorrimento dei post sul cell

Mettersi in pausa ogni tanto durante una conversazione e stare ad osservare fluttuanti

Usare i tempi di attesa per attendere inoperosi

Fermarsi ad ammirare qualcosa di bello finché non se ne ha abbastanza

Non esprimere necessariamente un’opinione

Entrare in spazi sacri dentro e fuori di sé

Pregustare intimamente un piacere grande

Indugiare per un istante negli occhi di un passante

Sospendere giudizi, lamentele, critiche e buoni consigli, anche solo detti fra sé e sé, anche solo autoriferiti

Prendersi ogni tanto una vacanza dalle notizie dal mondo

Contattare la propria verità e vedere l’effetto che fa

Sentire i piedi che appoggiano sulla terra e il peso della gravità

Sentire la presenza dello spirito in ogni manifestazione della materia

Sentire di essere vivi, cioè non saperlo e basta, non presupporlo, ma sentirlo proprio

Accarezzare qualcuno, anche un cane, anche un gatto, senza dire nulla

Fare un respiro grande e vedere cosa cambia

Percepire tutti i propri sistemi vitali magistralmente in azione

Ascoltare il proprio unico e inconfondibile ritmo

Accorgersi.

Cronoprogramma

Ecco qui, un altro week end di luglio.

Incerto il tempo e lento.

Dilato gli spazi per segnare una differenza con il resto dei giorni.

Farò due passi in più con Leone e in un certo punto gli toglierò il guinzaglio, così sarà bello vederlo apparire e scomparire tra l’erba alta.

Farò le pulizie di casa senza guardare l’orologio, prendendomi tutte le pause necessarie. Forse non avrò bisogno di fare la spesa.

Starò un po’ ritirata dal vivere sociale, dalle suggestioni del mondo festaiolo: sul divano ci sono i libri nuovi, e questo già mi eccita… da dove cominciare?

Con molta calma, verso sera preparerò una cena senza complicazioni, che già lavare l’insalata mi sembra un obiettivo alto.

Mi potrò permettere la sveglia alle quattro del mattino per salutare un figlio che parte con gli amici, senza più riuscire poi veramente a riaddormentarmi.

Camminerò nei boschi un po’ assonnata, tanto poi ci sarà modo di schiacciare un pisolino più il là, nel pomeriggio, invece il mattino ha sempre l’oro in bocca.

Pranzerò da sola con gli avanzi di ieri, senza pretendere nulla dalla domenica, neanche un dolcetto o un calice di vino.

Avrò voglia di continuare a leggere per fare finta resistere sveglia, finché arresa mi trascinerò nel letto dove avrò sapientemente creato la giusta corrente d’aria per sognare senza sudare.

Mi sveglierò con la bocca impastata e avrò la scusa per bere un altro caffè per poi essere in pace col mondo.

Mi ritaglierò fino a sera un angolo di autunno in cui fare compagnia alla mia anima.

Forse avrò bisogno di scrivere.

E sticazzi se da qualche parte c’è il mare.

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