#24…Black Mamba

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Caro Kobe,

nell’armadio di mio figlio ci sono ancora tante canotte giallo-viola con il tuo numero sulla schiena. Hanno taglie diverse, perché seguivano la sua crescita: arrivavano puntualmente per Natale o per un compleanno, pronte per essere indossate durante gli allenamenti e per assorbire, più che il sudore, i sogni di un ragazzino che dava l’anima sugli sgangherati  parquet di provincia.

Ho amato il basket grazie a quel ragazzino che ora si appresta a diventare uomo e ti ho conosciuto di riflesso, grazie al suo amore e alla sua ammirazione per te. E quando ho saputo quel che ti era successo, il mio pensiero è andato subito a lui, che da piccolo voleva essere come te e che poi, con te, è cresciuto.

Seguivo volentieri la squadra di mio figlio, tifando, arrabbiandomi, gioendo, commuovendomi, soffrendo spesso proprio fino a quell’ultimo secondo prima di un tiro salvifico. Non passavo però come lui le notti in bianco per vedere le tue partite tv e perciò non so citare a memoria le tue indimenticabili gesta sportive e atletiche. Non sono stata una giocatrice di basket e non ho particolarmente seguito la tua carriera. Eppure oggi sono scossa: Perché? Cosa mi commuove? Che c’entri tu con me? Cos’è che di te mi sento addosso, che non ho mai neanche indossato la tua canotta?

Io ci ho pensato sai Kobe, e ho pensato che quando se ne va un uomo, o una donna, che ha saputo esprimere in maniera così piena il suo talento, il suo daimon, la sua vocazione, quando se va un uomo, o una donna, che ha saputo  esprimere le qualità del campione, dell’eroe, dell’essere umano perfettamente realizzato, ogni volta che se va un uomo così, o una donna così, ecco che si sente che dentro di noi qualcosa si accende e prende vita. E’ la parte di noi che aspira all’eccellenza, la parte migliore di noi che si risveglia e rivendica un posto al sole. La parte di noi che ci dice che possiamo osare di più, che possiamo smetterla di accontentarci, che possiamo espanderci, che il nostro potenziale è enorme e non lo stiamo sfruttando che in piccola parte, anzi forse per niente.

Perciò la tristezza di oggi è tutta mia per tutto ciò che ancora non ho potuto realizzare, per tutti i desideri che aspettano di essere desiderati e incarnati, per il mio poco coraggio. Anche la commozione di oggi è tutta mia, per le altezze alle quali sono chiamata di vivere e per tutta la bellezza e il talento che c’è in giro e che mi ispira e che voglio ispiri i miei figli e gli uomini e le donne di ogni età e di ogni dove, affinché trovino e seguano quello che amano fare e lo facciano al meglio.

In  questi nostri tempi tu Kobe sei stato un testimone per tutti noi: ci hai mostrato che ognuno può superare i suoi limiti, che ci vuole fede e che ci vogliono le opere a sostenerla, che siamo chiamati al successo, alla gioia, alla ricchezza e alla condivisione, all’atto creativo e generativo di vita più. A qualsiasi livello, perché il successo è il potere di fare accadere le cose.

Mandela diceva che è la nostra luce, non la nostra ombra, quella che ci spaventa di più. Io penso che avesse ragione, ma questo è sembrato non valere per te.

Grazie, Kobe. I’ll never forget you…

Una Serie Semiseria di Quesiti su Amore e Innamoramento. (Tutto solo per la citazione finale)

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Dicono di aprirsi all’amore: basterà desiderare di innamorarsi ancora?

Potrò perdermi in uno sguardo senza perdermi?

Mi troverai tra la folla? Ti troverò io?

E se ti troverò, sarò capace di non analizzare?

Sarò leggera abbastanza per rispondere con un sì?

Mi chiamerai per nome? Ti sentirò?

Avrà ancora così tanto senso il tempo?

O lo potremo fermare in un abbraccio?

Avranno ancora senso le parole?

O ci basterà respirare all’unisono?

Sarà bello ritrovarsi dopo una giornata fuori casa?

E ne sentiremo l’urgenza?

Ritorneremo ad essere belli? E giovani?

E abbastanza ridicoli? E abbastanza impacciati?

E imperfetti?

Ritorneremo a non sapere tutto?

E a ridere alle giostre?

Ci piacerà guardare un tramonto sul mare, fino alla fine?

E saremo complici ammiratori di bellezze nascoste ai più?

E saremo complici creatori di parole solo nostre?

Mi vorrai non sposare e amarmi per sempre?

Verremo assieme?

Avremo gli stessi tempi comici?

Verremo ridendo?

Mi darai la tua Amex Oro?

Penserai di me che sono troppo interessata?

Penserò di te che sei poco prodigo?

Mi lascerai per un paio di glutei che non conoscono la gravità?

Ti ritroverò tra la folla?

E sarà come la prima volta?

…..torneremo a crederci?…per sempre?…per davvero?

I could make you happy, make your dreams come true
There’s nothing that I wouldn’t do
Go to the ends of this Earth for you
To make you feel my love.
(B. Dylan)

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