Lieve la terra

15 aprile, seduta sul marmo scaldato dal sole, i fiori appena posati. Vi guardo, vi onoro.

Onoro i miei avi. Lo sguardo fiero del falegname, l’austerità della massaia con troppi figli da far rigare, le mani grandi da contadina. Onoro le famiglia numerosa, i bagni nei catini con l’acqua scaldata sul fuoco, i cessi in cortile. Onoro le corti vocianti, lo sgranare dei piselli in cerchio di donne. Onoro i racconti di guerra, fatica e resistenza, delle domeniche di messa, delle feste di paese. Onoro il duro lavoro, la nobiltà del fare e del costruire e del lasciare qualcosa di più di quel che si aveva.

Onoro gli avi del mio paese che vedo tutt’intorno a me. I dolori, le gioie, i segni che hanno lasciato per le vie. Onoro i geni incompresi, i talenti rimasti nell’ombra, i sogni interrotti a metà, gli amori impossibili, i balli non ballati e le parole d’amore ancora lì sulla lingua. Onoro gli ultimi sospiri, le ultime domande, l’ultimo sguardo a un figlio.

La vita chiama più forte da qui, onorare la morte fa questo effetto.

Onoro mio padre morto giovane. Onoro mia madre morta bambina e nata oggi, 79 anni fa.

Tanti auguri Ros, lieve la terra che nutri.

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