
Accettare che le cose possano essere semplici.
Scegliere la via con minor resistenza.
Applicarsi con dedizione, ma senza sforzo.
Usare solo i muscoli che servono per quel preciso movimento.
Essere pronti al momento giusto, per il resto farsi trovare impreparati.
Fermare l’impulso a dire necessariamente qualcosa.
Fare di meno, lasciar fare di più e uscirne comunque vivi.
Se ancora non si riesce ad ammettere di non sapere, almeno fare finta.
Saper dire basta oltre a un tot di devo, saper dire ancora a tutti i mi piace.
Sciogliere voti, promesse, lacci e lacciuoli anche se hanno il fiocco.
Prendersi del tempo per le cose inutili e belle.
Declassare ciò che resiste da decenni in cima all’hit parade.
Sbufalare tutto ciò in cui si crede per abitudine.
Ascoltare con distaccata ironia ciò che ci si racconta.
Permettersi, finalmente, di ricevere tutti quei “sì” che aspettano in coda di raggiungerci.