
I miei figli sono tornati infanti: hanno scambiato il giorno per la notte. E a pensarci bene, sembra proprio una tattica vincente per tutelare la privacy in tempi di forzata “restanza” in casa con la mamma che ormai ha fatto decisamente il suo tempo, che tutto quello che poteva dare l’ha dato dagli zero ai tre anni, forse sei.
Conseguenza di ciò, quando ti alzi al mattino, è quella di poter trovare svariate soprese tra cui elenco a titolo di esempio:
- quelle due o tre tazze ancora sporche di latte misto biscotto misto gocce di cioccolato, che neanche l’attack fa più presa di così,
- le padelle con avanzi di guanciale e pentole giallo tuorlo segni evidenti di carbonare notturne, che io nenahce se la mangio alle sei di sera poi la digerisco,
- qualche simpatica bottiglia vuota di coca, di succo, di birra ad aspettare che qualcuno (io) le differenzi negli appositi bidoni sul terrazzino della cucina che, si sa, nella notte tombale è meglio non violare perché il rumore della tapparella potrebbe svegliare il vicinato, non più abituato a troppi decibel,
- la bistecchiera bisunta usata per cuocere quei due filetti con cui tu speravi di risolvere il pranzo, con quello che costano,
- la piastra scalda toast che a pulirla ora ci trovi pure i resti di una sottiletta di almeno cinque anni fa.
- quel paio di luci accese in soggiorno che fa tanto mamma non mi sono accorto, non ho visto, mi sono dimenticato, tanto sono appena andato a letto, così non entrano i ladri, pensavo le spegnesse il fratello, il cane, il gatto, il topo che al mercato mio padre comprò.
Poi ad una certa ora tu speri di pranzare con altri umani, benché siano solo i tuoi figli maschi adolescenti, che di questi tempi avere contatti sociali è cosa rara e preziosa, e quindi ci provi, a svegliarli. Ma neanche con la registrazione sparata a palla di Salvini che grida “riapriamo tutto” ci riesci e quindi ti ritrovi a parlare con i piatti mentre svuoti la lavastoviglie e ti fai i complimenti da sola per come ti apparecchi la tavola e ti prepari un’insalata in busta e qualche avanzo del giorno prima.
Nel tardo pomeriggio poi, i due tipi che a loro stessa insaputa occupano il tuo appartamento si svegliano, neanche nello stesso momento ovviamente, e comincia il via vai tra la camera e il frigo per fare quelle svariate merende che li portano fino all’ora di cena, quando tu pensi: finalmente un pasto decente e tutti assieme. E invece te li ritrovi svogliati e con poca fame, ancora mezzi addormentati, con la testa sull’ultima sfida di Fortnite, che mangiano in cinque minuti per ritornare in fretta nei loro rifugi anti-covid19, leggi i loro letti. Letti i cui materassi oramai hanno la sagoma dei loro corpi impressa per sempre e da cui veramente da sotto può uscire qualsiasi cosa: dal calzino isolato il cui compagno hai buttato ormai senza più speranze settimane fa, alla carta dei fetta al latte con tre formiche in sovrappeso, al quaderno con gli appunti di italiano che tanto quando fa lezione a distanza si entra e poi si continua a dormire senza vergogna e ci penseremo a settembre.
Quindi tu ad un certo punto vai a letto e ti accorgi che durante la giornata avrai detto sì o no dieci parole ai tuoi congiunti conviventi e che il cane ti ha dato molte più soddisfazione perché è l’unico che ti fa compagnia la sera sul divano davanti alla Tv e che si sorbisce pure la conferenza stampa della protezione civile anche se con l’aria di uno che lo sta facendo solo per te.
Dai la buonanotte ai ragazzi, che ora sono proprio su di giri, tra chat con gli amici, poker a distanza, e guerre virtuali da combattere fino al mattino, e vai e letto trovando, a fatica, le dieci cose per cui essere grata e pregando di non trovare il frigo vuoto l’indomani, che fare la spesa di questi tempi è cosa da guerrieri. Quando vuoi proprio farti del male pensi a cosa puoi aver sbagliato come madre, ma poi ti assolvi dando la colpa al lockdown e pensi che in fondo questo essere separati in casa ha un suo senso legato probabilmente alla salvaguardia dell’incolumità fisica e mentale di tutti e che non è poi così tanto male come modello di convivenza.
Infine ti addormenti e a un certo punto sogni di denunciare un ristoratore che ha aperto il due di maggio e che non rispetta neanche la distanza tra i tavoli e lo fa pure senza ritegno, bell’in vista sulla piazza del paese, ma il ristoratore è la prof di italiano che si è accorta che tuo figlio dorme quando lei fa lezione e ti minaccia di bocciarlo, ma poi tanto tutti sono promossi e tu la denunci lo stesso, pensando di avere fatto il tuo dovere. Ti svegli alle quattro del mattino e qualcuno sta sparando cannonate dalla camera a fianco e pensi che quelle spalle rubate all’agricoltura farebbero bene ad andare a zappare la terra, così si svegliano un po’ fuori, ma poi realizzi che il pil sarà a -10% se tutto va bene e che il lavoro lo si dovrà inventare davvero questa volta e ti addormenti disegnando piani di fuga dalla realtà.
…Non so, ma a me sembra che qualunque fase ci si prospetti, il problema è che siamo oramai tutti fuori fase.
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