Chiedo i danni alla vita,
una sorta di risarcimento
per tutto ciò che mi procura risentimento.
Per i genitori poco modello,
una sempre un po’ bambina,
l’altro scomparso sul più bello.
Per gli uomini di poco impegno,
che mi han tradita
dopo aver preso il mio sostegno.
Per i figli che non mi sanno ascoltare,
non fanno i bravi soldatini,
e mi lasciano sempre i letti da rifare.
Per i miei avi andati in fallimento,
che per inseguire i loro capricci
non hanno lasciato neanche un appartamento.
Per il mondo là fuori,
che per come è disattento,
non vede neanche il mio talento.
Per tutti quelli che hanno bisogno dei miei consulti,
e invece continuano a girare in tondo
senza sapere di essere poco evoluti.
Chiedo infine di essere risarcita perché,
nonostante tutti gli sforzi,
non mi sento abbastanza capita.
E così faccio la vittima sacrificale,
ma mi sta venendo a noia
tutto questo elemosinare.
Per fortuna mi si fa notare che,
stando io in questo momento anche solo respirando,
la Vita mi sta già ripagando.
E allora, quando mi capiterà di sentirmi abusata,
proverò a dire scusa, stavo scherzando
e finirò tutto con una bella risata.
La quale è senza esitazione,
in ogni tempo, luogo e situazione,
la più utile forma di assicurazione.